il canavese e il suo territorio
Il Canavese e l’Anfiteatro morenico di Ivrea
Il Canavese, tra la città di Torino e la Valle d’Aosta e a ridosso della catena delle Alpi, è caratterizzato da una grande varietà di ambienti naturali: piccole vallate, laghi e colline di origine morenica con diversi microclimi che hanno favorito fin dai tempi più antichi la permanenza stanziale di diverse popolazioni.
Attraversato dalla celebre via Francigena, costellata di luoghi di assoluto rilievo non solo paesaggistico, ma anche architettonico e culturale, il Canavese è da sempre la via di transito che porta i pellegrini dall’Europa Centro Settentrionale verso la città di Roma. Terra di tradizione contadina l’agricoltura, e in particolar modo la viticoltura, hanno avuto un ruolo di primaria importanza.
I suoli e la loro origine
L’Anfiteatro Morenico di Ivrea è il cuore del territorio canavesano e può essere immaginato, dal punto di vista geologico, come una grande impronta lasciata dall’imponente ghiacciaio Balteo.
L’Anfiteatro Morenico di Ivrea è una gemma geologica di rara bellezza. La sua incredibile storia ha inizio circa 6 milioni di anni fa quando il mare Adriatico, che occupava a quei tempi l’intero bacino padano spingendosi fino all’interno della Valle d’Aosta, iniziò a ritirarsi lasciando spazio ai sedimenti originatisi dall’erosione pluviale della catena alpina. Per una serie di cause che portarono all’occlusione dello stretto di Gibilterra, l’intero Mar Mediterraneo iniziò ad evaporare riducendosi ad un piccolo lago salato. Questa fase geologica, nota come Crisi della Salinità, ebbe fine dopo circa 650.000 anni quando a causa di un lungo periodo di riscaldamento globale, il livello dell’Oceano Atlantico aumentò fino ad inondare in 1 milione di anni nuovamente il bacino mediterraneo, facendo risalire il mare Adriatico lasciando la Pianura Padana completamente emersa.
Successivamente, a partire da 2,5 milioni di anni fa, a causa della diminuzione delle temperature medie e delle maggiori precipitazioni, sull’arco alpino iniziò ad accumularsi una notevole massa di ghiaccio che veniva portata a valle da grandi ghiacciai; in particolare, il fondovalle di quella che è oggi la Valle d’Aosta, venne a più riprese totalmente occupato dal Ghiacciaio Balteo, che con un percorso simile a quello dell’odierna Dora Baltea, usciva sulla pianura canavesana allargandosi a ventaglio formando il maestoso Anfiteatro Morenico di Ivrea. Questa grande fiumana di ghiaccio esercitò una immane forza espansiva sul cono di deiezione che si era formato allo sbocco della valle scaricando nella pianura un’enorme massa di pietrame, ciottoli e sabbie. Le misure del ghiacciaio erano gigantesche. Una lunghezza di 120 km, un’altezza di 800 m. una superficie di oltre 500 km², un diametro di 30 km e una circonferenza di 110 km che ne fanno ancora oggi una tra le unità geomorfologiche di questo tipo meglio conservate al mondo. Nella sua corsa a valle il ghiacciaio Balteo levigò e arrotondò i fianchi delle montagne che si trovavano sul suo percorso trasportandone i materiali di corrosione, i quali mescolati alle formazioni sottostanti, formarono un incredibile miscuglio di fango, sabbia, ciottoli e massi enormi, che trasportati dalla massa glaciale si deposero sul fronte e sui lati del ghiacciaio formando il maestoso anfiteatro morenico che col discioglimento successivo dei ghiacci si trasformò in un vastissimo lago al cui centro scorreva la Dora Baltea.
I terreni dell’Anfiteatro Morenico sono estremamente particolari e variegati nella composizione: prevalentemente sabbiosi, abbondantemente frammisti a sassi e ciottoli di ogni dimensione e molto poveri di materia organica e quindi di azoto, caratteristica importantissima per le produzioni di alta qualità per le basse rese che determinano nei vigneti. È generalmente presente una buona quantità di potassio, elemento utilissimo perché favorisce l’accumulo degli zuccheri nel grappolo durante il periodo di maturazione e di sostanze fosfatiche che maggiormente contribuiscono alla finezza dei vini. I terreni dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea sono molto acidi e sono composti normalmente da un 70-85% da sabbie, 10-20% da limo e da un 5-10% da argilla che garantiscono un ottimo drenaggio ai vigneti.